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Auschwitz : ero il numero 220543 / Denis Avey ; con Rob Broomby
Roma : Newton Compton, 2011
I volti della storia ; 221
Résumé: Nel 1944 Denis Avey, un soldato britannico che stava combattendo nel Nord Africa, viene catturato dai tedeschi e spedito in un campo di lavoro per prigionieri. Durante il giorno si trova a lavorare insieme ai detenuti del campo vicino chiamato Auschwitz. Inorridito dai racconti che ascolta, Denis è determinato a scoprire qualcosa in più. Così trova il modo di fare uno scambio di persone: consegna la sua uniforme inglese a un prigioniero di Auschwitz e si fa passare per lui. Uno scambio che significa nuova vita per il prigioniero mentre per Denis segna l'ingresso nell'orrore, ma gli concede anche la possibilità di raccogliere testimonianze su ciò che accade nel lager. Quando milioni di persone avrebbero dato qualsiasi cosa per uscirne, lui, coraggiosamente, vi fece ingresso, per testimoniare un giorno la verità. La storia è stata resa pubblica per la prima volta da un giornalista della BBC, Rob Broomby, nel novembre 2009. Grazie a lui Denis ha potuto incontrare la sorella del giovane ebreo che salvò dal campo. Nel marzo del 2010, con una cerimonia presso la residenza del Primo ministro del Regno Unito, è stato insignito della medaglia come "eroe dell'Olocausto".
Firenze : Giuntina, copyr. 2011
Diaspora
Résumé: La letteratura sulla seconda guerra mondiale annovera migliaia di titoli. Relativamente pochi sono però i testi che si occupano del ritorno degli ebrei nella società civile e del loro rapporto con gli altri sopravvissuti e con la patria, una patria che spesso ha contribuito alla loro persecuzione. È in questa cerchia di problematiche che Jadwiga Maurer ci conduce con i suoi racconti: dalla Cracovia occupata dai nazisti alla Germania del boom economico, all'atmosfera ovattata dei campus statunitensi. Il suo passo è sempre leggero, la sua prosa ha una cadenza semplice e parlata, improvvisamente illuminata da riflessioni filosofiche e da immagini poetiche.
Portogruaro : Nuovadimensione, 2011
Memoria ; 8
Résumé: Un papà, una mamma e una bambina di otto anni. La storia di una famiglia travolta dagli ultimi, terribili avvenimenti della Seconda guerra mondiale. La partenza da Mestre per i Sudeti al fine di ricongiungersi con i parenti di lingua tedesca della madre; un incredibile equivoco burocratico, le vicissitudini della sopravvivenza nei campi di transito e di sterminio dell'Europa centrale, l'arrivo nei territori cechi occupati dal III Reich, il lavoro forzato e finalmente il rientro in Italia, con mezzi di fortuna, dopo la Liberazione, sono osservati in questo libro con gli occhi di una bimba che voleva avere anche lei una stella cucita sul vestito, come i bambini ebrei del lager. Prefazione di Aldo Cazzullo.
Di passaggio / Jenny Erpenbeck ; traduzione di Ada Vigliani
Rovereto : Zandonai, copyr. 2011
I piccoli fuochi
Résumé: Una tenuta nelle campagne del Brandeburgo viene suddivisa tra le quattro figlie di un vecchio possidente terriero. La parte più modesta, un bosco su cui sorge una piccola casa con un grande giardino e l'accesso diretto al lago, è affidata all'ultimogenita, Klara, che proprio nelle acque di quel lago decide di togliersi la vita. Tra cessioni ed espropri, l'abitazione passa di mano in mano, testimone silenziosa di violenze e passioni, urla e sospiri dei suoi inquilini, tutti inesorabilmente alla ricerca dello Heim, di un luogo in cui sentirsi "a casa". Undici le vite, undici i destini che si danno il cambio, incastrandosi come tessere di un raffinatissimo mosaico naturale, su cui però la storia lascia le sue indelebili impronte, dalla tragedia della guerra all'orrore dei campi di concentramento, dalla sofferenza dei vinti all'arroganza dei "liberatori". A scandire il ritmo di questo racconto fuori dal tempo - ma dal tempo profondamente segnato - è la presenza costante della dodicesima tessera, il giardiniere, l'unico a credere soltanto nella natura e nell'alternarsi delle stagioni, il solo a prendersi cura della casa, con immutata devozione, fino alla fine.
Avise : Association valdôtaine archives sonores, copyr. 2011 (Saint-Christophe : Duc)
Résumé: Á la base de ce projet d’un livre associé à un film en DVD, l’intention de transmettre aux nouvelles générations le témoignage direct de Louis Meynet de Sarre, déporté dans les camps allemands pendant la Seconde guerre mondiale ainsi que de fournir aux enseignants un instrument pour aider les jeunes à récupérer l’intérêt pour les événements passés et les expériences de ceux qui les ont précédés, en profitant de l’ occasion pour discuter de sujets qui, évidemment, contribuent à la formation d’une conscience historique.
Neuengamme : matricule 40269 / Johannès Pallière
Montmélian, La fontaine de Siloé, 2011
Scordatevi di essere vivi / Enea Fergnani ; prefazione di Gherardo Colombo
Torino : Bollati Boringhieri, 2011
Varianti
Résumé: Il 10 dicembre 1943 l'esistenza dell'avvocato Enea Fergnani, antifascista di Milano, comincia a precipitare, il precipizio si fermerà solo un giorno di maggio del 1945, dopo che la gran parte dei suoi compagni di sorte avrà conosciuto una fine spaventosa. Le stazioni del calvario si chiamano San Vittore, Fossoli, Mauthausen. In ciascuna, la violenza che spossessa dell'umano gli imprime una nuova identità numerica: n. 869, n. 152, n. 82354, l'ultimo dei quali contabilizza la mattanza del lager. Fergnani pubblica la sua testimonianza di deportato a due anni esatti dall'inizio della vicenda, ed è tra i primi a mettere in pagina ciò che "farebbe torcere le viscere alle iene". Mai una volta il vividissimo racconto arretra di fronte all'oltranza insostenibile, si tratti delle efferatezze degli aguzzini o dell'abiezione a cui il contagio del male spinge talora le vittime. Anzi la voce narrante si mantiene ferma nel non chiedere sollievo. "Voglio, se un giorno mi sarà restituita la libertà, che le ferite siano così profonde da non rimarginarsi più. Tutte le atrocità nazifasciste debbono lasciare un solco indelebile nella carne viva". È il prezzo della giustizia, per sé e a nome di tutti i profanati e gli sterminati. Ma non c'è passo di "Scordatevi di essere vivi" in cui non pulsi, per antifrasi, la vita nella sua pienezza, disperata, illusa, perfino allegra, visionaria, e paradossalmente invulnerabile a due passi dal crematorio. Prefazione di Gherardo Colombo.
Torino : Einaudi, 2011
ET Saggi ; 1651
Résumé: Questa ampia scelta di testimonianze coeve è frutto di un accurato lavoro su documenti poco esplorati: ci propone la cronaca della persecuzione cosi come fu registrata giorno dopo giorno dagli stessi ebrei, cioè coloro che subirono le leggi razziali, gli arresti, le deportazioni e spesso pagarono con la vita. I brani sono stati suddivisi tematicamente e cronologicamente per consentire di ripercorrere l'intera storia della persecuzione antiebraica in Italia tra il 1938 e il 1945, dalla campagna di propaganda antisemita all'emanazione delle leggi razziali, dall'internamento sotto il fascismo alle razzie e agli arresti sotto la Repubblica sociale italiana, dalla fuga in clandestinità al concentramento nei campi italiani, dalla deportazione nei campi di sterminio al ritorno dei sopravvissuti. Un affresco storico che assume un significato particolare anche perché costituito di parole scritte dalle vittime di una persecuzione e di un crimine che il nazifascismo voleva mettere a tacere ed annientare, e che invece sono arrivate fino a noi, lasciandoci traccia tangibile, prova storica inconfutabile e memoria indelebile di ciò che è stato. Prefazione di Michele Sarfatti.
La musica a Terezin, 1941-1945 / Joza Karas ; a cura di Francesca R. Recchia Luciani
Genova : Il melangolo, 2011
Lecturae ; 61
Résumé: Quando Hitler creò in Cecoslovacchia il campo modello di Terezin, alcuni dei migliori musicisti d'Europa vi furono internati. Numerosi compositori, che oggi scopriamo interpreti di primo piano, crearono musica nell'anticamera di Auschwitz. Pochi di loro sopravvissero. Ma come fu possibile comporre musica e suonarla in un campo di concentramento? Joza Karas racconta la storia e la lotta quotidiana per l'arte intrapresa, nei tempi più bui del nostro recente passato, da uomini che tentarono di salvaguardare la propria umanità. La traduzione italiana del volume è accompagnata, oltre che da un apparato aggiornato relativo alle produzioni musicali del campo di Terezín, anche da alcuni saggi critici, il cui obiettivo è di sottolineare la natura ambigua e dolente della vita culturale in condizioni estreme.
Intellettuale a Auschwitz / Jean Améry ; presentazione di Claudio Magris
2. ed.
Torino : Bollati Boringhieri, 2011
Varianti
Résumé: Con inesorabile precisione e passione di verità, Améry registrò in questa sua vertiginosa discesa nell'abisso concentrazionario le disfatte dello spirito, a cominciare dalla peculiare inferiorità nella quale venne a trovarsi nel Lager. L'inadeguatezza alla dimensione meramente fisica cui a Auschwitz era ridotta la vita lo rese paria tra i paria. Era un intellettuale, un uomo infinitamente più indifeso rispetto a chi, come i credenti di qualsiasi fede o i militanti di ogni ideologia, possiede certezze assolute e spiegazioni inoppugnabili per tutto, stampelle che aiutano a sopportare umiliazioni, privazioni, torture e morte. In questo senso la sua riflessione si rivela di un'ancor più insidiosa , fragilità, impedendogli di illudersi e costringendolo a scrutare sino in fondo l'annientamento della morale. Proprio attraverso la disillusa assolutezza con cui seppe misurare le nostre implacabili "perdite di terreno", Jean Améry si rivela alla fine un maestro di dignità e di libertà. Pubblicato quasi in sordina nel 1966 e diventato nel volgere di qualche anno un classico imprescindibile della letteratura concentrazionaria, "Intellettuale a Auschwitz" è un lucidissimo regesto sul tema del Male in una delle sue più abiette manifestazioni. La sua precisione evocativa penetra nelle fibre della mente lasciando segni indelebili nelle coscienza di ognuno. Presentazione di Claudio Magris.
Roma : Laterza, 2011
Storia e società
Résumé: 8 febbraio 1972. Il settantacinquenne agente di polizia in pensione Walther Becker attende il suo verdetto in un'aula di tribunale di Amburgo. È sotto processo per il ruolo svolto nella liquidazione del ghetto ebraico di Wierzbnik in Polonia il 27 ottobre 1942, nel corso del quale circa 4.000 ebrei sono stati mandati a morte nelle camere a gas di Treblinka, 60-80 uccisi sul posto e circa 1.600 inviati in tre campi di lavoro nella vicina Starachowice. Decine di sopravvissuti testimoniano la sua partecipazione all'operazione nazista. È stato visto uccidere, picchiare numerosi ebrei e ordinare che altri venissero ammazzati. In sua difesa, l'anziano signore dichiara che, all'oscuro dell'imminente deportazione, si è trattenuto per quarantacinque minuti nella piazza del mercato, dove gli ebrei sono stati rastrellati e caricati sul treno, per poi allontanarsi senza far nulla. Il giudice crede a lui e non ai testimoni oculari, ritenuti poco attendibili perché non rispondenti alle caratteristiche di un teste 'ideale', ossia un osservatore 'indifferente, attento e intelligente' che guarda agli eventi in modo 'disinteressato e distaccato'. Il verdetto decreta l'assoluzione e Becker esce dal tribunale da uomo libero. Christopher R. Browning ha studiato gli atti del processo e le relative indagini, raccolto e analizzato i resoconti diretti di 292 sopravvissuti, in un arco di tempo che va dal 1945 al 2008, vagliato interviste e testimonianze video.
[Napoli] : L'ancora del Mediterraneo, 2011
Le gomene ; 85
Résumé: Io sono una testimone di seconda generazione, non ho vissuto la guerra, non sono una sopravvissuta allo sterminio, ma sono figlia ed erede del nazismo e delle leggi razziali fasciste. Senza il nazismo, Heinz e Gughy con molta probabilità non avrebbero lasciato Berlino per rifugiarsi in Palestina. Heinz non si sarebbe arruolato nella Brigata ebraica al seguito degli Alleati, non sarebbe mai giunto a Napoli e non avrebbe conosciuto Luciana. Lei avrebbe continuato gli studi, avrebbe preso il diploma di pianoforte, sarebbe stata una donna indipendente. Non ci sarebbe stata una bambina proveniente da Haifa che dei nonni paterni berlinesi non ha mai visto neanche una fotografia. Allora mi chiedo: chi viene da una storia così ha o non ha titolo per sentirsi una testimone? E così io questa storia comincio a raccontarla.
Shoah : le colpe degli italiani / Marino Ruzzenenti
Roma : Manifestolibri, copyr. 2011
La nuova talpa
Résumé: A oltre sessantacinque anni dalla tragedia della Shoah, manca ancora una riflessione esauriente sulle responsabilità italiane per lo sterminio degli ebrei, sulle colpe del cattolicesimo e del fascismo. Il volume dà un contributo a questa indagine analizzando in profondità due pagine inedite. Innanzitutto indaga sul ruolo che svolse il cattolicesimo italiano, attraverso la figura chiave dell'intellettuale Mario Bendiscioli, nella gestazione delle leggi antisemite del 1938. Documenta poi come i fascisti della repubblica sociale furono protagonisti di primo piano, spesso in competizione con gli stessi tedeschi, nella caccia agli ebrei da avviare allo sterminio. Da questo studio emerge un radicamento tutt'altro che marginale del razzismo in molti settori della società italiana, che tante ricostruzioni storiografiche hanno preferito sminuire o lasciare nell'ombra.
Roma : Laterza, 2011
I Robinson. Letture
Résumé: La fotografia del bambino di Varsavia è vittima della sua grande efficacia. Nell'era multimediale planetaria, un piccolo clic ci fa passare da una vittima all'altra: clic! Mohammed al-Durah cancella il bambino di Varsavia; clic! È il turno del piccolo Eliàn Gonzàlez... La confusione sentimentale e politica è totale. L'immagine del ghetto di Varsavia non è più un documento: ha smesso di essere uno strumento pedagogico; sfocata, travestita, abusata, stravolta, sequestrata, ha perduto la sua capacità di messa in guardia; non informa più, è erosa dagli usi distorti. L'immagine si è modificata, consumata: portatrice all'inizio di una verità fondamentale, è diventata supporto di menzogne al servizio dei peggiori deliri. All'interno di un processo accelerato di globalizzazione degli affetti, delle emozioni, delle sensibilità, si fa sempre più riferimento 'all'opinione pubblica mondiale'. E ormai l'unico dovere di questa opinione pubblica è di commuoversi, di commuoversi spesso, di commuoversi e basta. L'analisi e la comprensione dei processi storici vengono messe da parte a favore della sola dimensione emotiva delle immagini. In sostanza, in una certa misura sono delle storie senza storia - né quella degli individui né quella dei popoli - quelle che oggi offrono agli occhi e alla comprensione queste immagini. L'immagine ha cessato di essere archivio. Non sollecita più il nostro desiderio di conoscere. Dopo essere stata verità, l'immagine si è trasformata in menzogna.
Il bambino nel paese del sole / Eric Lamet ; traduzione di Ilaria Katerinov
[Milano] : Sperling & Kupfer, copyr. 2011
Saggi
Résumé: Marzo 1938. Le truppe naziste marciano sull'Austria. La famiglia di Eric, ebrea polacca ma residente a Vienna, è costretta a una drammatica fuga, e scappa in Italia. Ma il Paese di Mussolini non è un porto sicuro: con la promulgazione delle leggi razziali e lo scoppio della guerra, Eric, otto anni, e mamma Lotte sono inviati al confino a Ospedaletto d'Alpinolo, in provincia di Avellino, un luogo in cui la vita sembra essersi fermata al secolo precedente. Lontano dagli scenari di guerra, il paesino del Sud vive secondo i ritmi immutabili della natura: per il ragazzino di città è la scoperta di un mondo incredibile e affascinante. Vivere all'aria aperta, senza scuola né obblighi di sorta, al piccolo Eric pare quasi una favola avventurosa. Mentre la madre fa l'impossibile perché il suo bambino possa godere, nonostante tutto, della magia dell'infanzia, i due fuggiaschi conquistano a poco a poco l'affetto della gente del posto e conoscono un nuovo marito e padre, generoso e amorevole. Peccato che un sogno, anche il più bello, non duri per sempre. La violenza del conflitto non risparmia le montagne di Ospedaletto e il ragazzo è così costretto a crescere in fretta, sperimentare l'odio, sentire l'odore della morte. A guerra finita Eric non sarà più lo stesso, ma il Paese del sole, il Paese che lo ha salvato da un destino ancora più tragico, rimarrà per sempre nel suo cuore. Un'emozionante storia vera, raccontata con intensità e ironia dal suo protagonista, oggi ottantunenne.
Venezia : Marsilio, 2011
Gli specchi
Résumé: Ogni anno, dall'Italia, più di 60.000 visitatori raggiungono il Lager di Auschwitz; per lo più gruppi di studenti e di insegnanti, ma anche famiglie e singole persone. Dal 1959 il loro numero cresce continuamente, nonostante sia trascorso ormai più di mezzo secolo dalla sua liberazione. Chi si reca a Oswiecim (Polonia) e visita il Lager di Auschwitz, che ha sede nel campo base, e poi raggiunge Birkenau, il campo di sterminio poco distante, spesso non riesce a capire come funzionava questo immenso centro di sterminio e di afflizione. Intorno a questo luogo memoriale immerso in un grande e profondo silenzio che lascia esterrefatti, la vita scorre e la città come i suoi abitanti cercano di mostrarsi per quello che sono oggi, senza riuscire a risolvere (ma si potrà mai?) il conflitto tra il presente e un passato che non passa. Per capire occorre arrivare a Oswiecim preparati e informati, ma poi sul luogo che tra il 1940 e il 1945 vide morire più di un milione di ebrei e fu il Lager del martirio di un'Europa soggiogata dalla scure nazista, gli occhi guardano ciò che rimane senza troppo comprendere. Visitare Auschwitz è una guida ricca di informazioni, fotografie e mappe, di suggerimenti puntuali per aiutare il visitatore a entrare in ciò che resta oggi di questo terribile passato, uno strumento per cominciare a ricostruire la storia del complesso concentrazionario e a rivivere i frammenti di vita quotidiana di molti dei deportati ebrei e non che vissero in questo luogo i loro ultimi giorni.
Qui non ci sono bambini : un'infanzia ad Auschwitz / Thomas Geve ; traduzione di Margherita Botto
Torino : Einaudi, copyr. 2011
Frontiere Einaudi
Résumé: A tredici anni il desiderio di esplorare e conoscere il mondo ti fa spalancare gli occhi, stupiti e avidi, sulla realtà che ti circonda: ma cosa succede quando il tuo unico, insuperabile orizzonte è quello dell'Olocausto, dell'umiliazione quotidiana e sistematica? Come si diventa uomini quando nulla intorno a te è degno di un uomo? Sono nato nel 1929 e nel 1933 i nazisti prendono il potere: l'unico mio ricordo è la persecuzione. Thomas Geve ha tredici anni quando, nel 1943, viene deportato ad Auschwitz. Poiché ha l'aria di essere più grande della sua età, Thomas viene assegnato ai lavori forzati: nella logica folle e rovesciata del campo è una fortuna perché i bambini al di sotto dei quindici anni vengono mandati direttamente alle camere a gas. Nonostante le quotidiane violenze, un lavoro che è solo tortura, la scientifica e continua offesa alla dignità umana, Thomas sopravvive: l'11 aprile 1945 le truppe alleate irrompono nel campo e liberano i prigionieri. Allora, per conservare la memoria dell'inferno e raccontare ai genitori ciò che ha visto, sceglie di fare quello che ogni bambino ha sempre fatto: inizia a disegnare. Si procura delle matite colorate, un bene prezioso e inarrivabile durante i giorni della prigionia, e trasforma il retro dei moduli e dei formulari delle SS nei 79 disegni che compongono questa raccolta. Un documento che tenta di sfidare l'abisso con lo sguardo, e le matite, di un bambino.