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Milano : UTET, 2017
Résumé: Siamo tutti in grado di riconoscere la differenza tra rabbia e paura, tra desiderio e invidia. Sappiamo anche che è meglio non confondere l'affetto con l'amore, il rimpianto con il rimorso, l'euforia con la felicità. Quello di cui non ci rendiamo conto, però, è che lo spettro delle emozioni umane è ancora più sfumato di così: esistono sensazioni che tutti noi abbiamo provato, stati d'animo molto precisi e inconfondibili, e a cui però spesso non abbiamo saputo dare un nome. Eppure in qualche angolo del mondo, in qualche lingua a noi ignota esiste una parola che li definisce: per esempio, solo gli inuit chiamano iktsuarpok il miscuglio di ansia, nervosismo, eccitazione e felicità che prova chi aspetta l'arrivo di ospiti a casa, o la risposta a una mail importante; per i finlandesi, kaukokaipuu è l'inspiegabile nostalgia per un posto dove non siamo mai stati; gli spagnoli chiamano vergüenza ajena l'imbarazzo empatico di chi assiste alle figuracce altrui. Tiffany Watt Smith attraversa storia, antropologia, scienza, arte, letteratura e musica in cerca delle espressioni con cui le culture di tutto il mondo hanno imparato a definire le proprie emozioni, e nel frattempo ci rivela come siano complesse e sorprendenti anche quelle che credevamo di conoscere bene. Di parola in parola veniamo risucchiati nel caleidoscopio di questo libro divertente, colto e curioso, metà enciclopedia e metà atlante, che mentre mappa le differenze affettive tra i popoli ci ricorda che proprio nell'universalità di ciò che proviamo ci scopriamo uguali.
Milano : UTET, 2019
Résumé: «La sfortuna degli altri è dolce come il miele», dice un antico proverbio giapponese, mentre i soliti, pragmatici tedeschi l'hanno detto con una parola sola: Schadenfreude, "la gioia per le disgrazie altrui". Il termine è minaccioso e oscuro, ma l'emozione è deliziosa e più comune di quanto siamo disposti ad ammettere. Tutti l'abbiamo provata e la proviamo ogni giorno, in fila al supermercato o girovagando sui social. È la gioia segreta quando vediamo l'uomo d'affari che pesta una cacca di cane, il politico sommerso di insulti su Facebook, il nostro vicino a cui si rompono i sacchi della spazzatura stracolmi. Spesso la travestiamo da giustizia divina, da vendetta del karma, quando l'universo sembra punire chi se lo merita. Però non sempre è così, o non solo. È anche il sollievo di non essere quella persona che sta facendo una figuraccia, la gioia di vedere che nessuno è perfetto, la gratitudine di trovarsi in disparte e, per una volta, la felicità di essere se stessi (almeno finché agli altri capitano cose del genere). Tiffany Watt Smith prosegue la mappatura dell'atlante delle emozioni umane, e stavolta si sofferma su una singola bizzarra emozione, che Nietzsche definiva la «vendetta dell'impotente» mentre per Schopenhauer era l'«indizio più infallibile di un cuore profondamente cattivo». Sebbene sia così diffusa, la Schadenfreude è infatti da sempre un vero rompicapo: come funziona, a che cosa serve e, soprattutto, dobbiamo vergognarcene o no? In un'epoca di scontri politici e rabbia populista, di gogne pubbliche a colpi di tweet e autopromozione a base di selfie, studiare la Schadenfreude significa ripensare completamente la gelosia e l'invidia, forse i veri motori segreti del mondo. Da Shakespeare ai Simpson, da Winnie Pooh a Dostoevskij, da Freud a Kim Kardashian, Tiffany Watt Smith conduce una spedizione nei territori oscuri delle nostre emozioni più inconfessabili. Forse è arrivato il momento di smetterla di preoccuparsi e amare la Schadenfreude. Con ebook scaricabile fino al 30 giugno 2019.